blog - ‘L’Aldilà’ di Bue The Warrior

‘L’Aldilà’ di Bue The Warrior

Yugen collabora con illustratori locali per catturare e visualizzare l’essenza Yugen. Le loro creazioni concettualizzano come loro interpretano questo antico concetto giapponese. E’ il loro personale omaggio alla bellezza del mondo naturale e all’infinita creatività della mente in grado di catturare i dettagli più delicati della vita.

In queste serie, facciamo ad ogni illustratore le stesse domande, chi sono, qual è la storia dietro il loro disegno, cosa riserva il futuro. Immergiamoci nelle loro menti e uniamoci al loro mondo di meraviglie immaginario. 









Chi è Bue The Warrior a.k.a. Dave De Rop?

Dave nasce in una famiglia di artisti. Suo padre e suo nonno erano entrambi dipendenti di Willy Vandersteen, e così Dave cresce con i cartoni e i fumetti, e impara anche a disegnare da giovanissimo.

A 13 anni, Dave si trasferisce con sua madre da Anversa a Gent. Passa la sua infanzia “in strada”, seguendo l’influenza della cultura hip hop e degli skaters. “La musica e la creatività di allora hanno dato origine a quello che sono ora”. Anche se il suo skateboard è al momento unicamente un elemento di design, perchè “rompersi gambe e braccia non mi piace più così tanto”, la “vibe” creativa della scena ha plasmato il suo futuro artistico e il suo inconfondibile graffiti style.









Com’è lo stile di Bue?

Lui descrive il suo stile come “semplice, inconfondibile, ingenuo, giovane, positivo e pieno di good vibes”. Per ora, tutti a Gent conoscono gli uccelli colorati di Bue. Li puoi vedere dappertutto, e ogni volta vorresti che fossero anche in grado di cantare e fischiare. Sono diventati il suo marchio di fabbrica, o “tag” nella graffiti scene. Ma al contrario dei tag classici che vengono spesso etichettati come vandalismo, i disegni di Bue sono visti come arte vera e propria.

Ogni persona o compagnia che viene a contatto con Dave lo fa principalmente per il suo stile unico. Dave non deve seguire linee guida, “Non sono un graphic designer che deve esaudire i desideri dei clienti, in genere le persone mi contattano come Bue, non come Dave”. Dave non si considera l’artista più talentuoso, ma che ha creato qualcosa che sia inconfondibile e unico. Il suo lavoro non è una critica sociale o politica, ma non è necessario, “certo potrei anche disegnare un pezzo sul coronavirus, ma quello sarebbe troppo facile”. Gli piace vedere il suo stile evolversi nel tempo, come quello di altri nomi come Hergé (Tintin) o Peyo (I puffi) che nel loro contesto hanno visto una grandissima evoluzione.









Qual è attualmente il focus creativo di Dave?

Dave si è spostato in Messico nel 2015, proprio all’apice della sua carriera artistica in Belgio. Un passo ardito e incognito. Gli artisti vengono in genere pagati meglio in Belgio che in Messico. Ma Dave non è mai stato motivato solo dai soldi. Era davvero attratto dal paese e l’avventura lo stavo aspettando.

“In Messico mi chiamano anche The Birdman (l’uomo uccello)”. Vende la sua merce e arte nel suo ristorante “Holly Waffles” e al mercato dei contadini locali, spesso alle persone che riconoscono prima il suo lavoro che il suo alter ego “Bue”. Crede che sia più spontaneo quando i suoi disegni vengono riconosciuti dallo stile anziché dal tag. “Non mi importa della fama, ed è per questo che non firmo sempre i miei lavori come Bue. La cosa più importante è che piacciano alla gente.” Il Messico ha una scena artistica pazzesca. Anche se il suo nome e la sua fama sono globali, si sente ancora un pesce piccolo. Alcuni dei più grandi artisti della scena attuale nella community della street art e dei murales  erano ancora bambini quando Dave era già un nome affermato. “Ho prodotto per lungo tempo, il fatto che oggi artisti cento volte più famosi di me mi portino rispetto è perché ho influenzato un sacco di persone.” I giovani artisti di oggi si stanno anche evolvendo molto velocemente, soprattutto grazie a internet e a un’attrezzatura migliore.









Per guadagnare nella sua nuova città, Dave ha aperto un ristorante di waffle e galleria d’arte chiamata “Holly Waffles”, con la sua ex-fidanzata. “La maggior parte delle persone che viene a mangiare waffles non ha la minima idea che l’arte sui muri sia mia. Non mi interessa, non sono uno di quegli artisti che hanno un disperato bisogno di essere L’ARTISTA. In realtà, non mi considero nemmeno un artista, ma solamente qualcuno che disegna un sacco. Ogni venerdì, anche altri “artisti” espongono nel ristorante.

Dopo cinque anni a fare waffles a Città del Messico, Dave sta aprendo un altro negozio a Reno (USA). “Un’opportunità, perchè la mia famiglia che vive lì vuole aiutare con la start-up. Questa volta con chef e manager con molta esperienza, perchè dopo sei mesi a volare avanti e indietro le cose lì devono essere a posto.” Viste le ultime misure relative al coronavirus, sia il ristorante a Città del Messico che il progetto a Reno sono stati chiusi. Dave usa il suo tempo libero per dipingere un sacco in preparazione alla sua nuova esposizione.





Qual è la storia dietro al disegno di Yugen?

Lo scheletro rappresenta naturalmente la morte. Ma la morte in Messico non viene temuta, ma al contrario celebrata. “Lo scheletro qua non viene direttamente associato con Satana, il diavolo o il metal. Nella cultura messicana, la morte viene vista come la parte naturale del ciclo umano. Loro onorano e celebrano la morte durante il giorno dei morti o “Dìa de Muertos”. I messicani non lo considerano il giorno del dolore, ma una vacanza, perché i loro cari si risvegliano e festeggiano con loro. Dopo la morte viene la vita.” Quel ciclo eterno è parte essenziale di tutta la vita sulla Terra. Lui voleva comunicare il ritmo naturale della vita e della morte, e la bellezza di qualcosa che non c’è più nel suo disegno. “Ho recentemente visto una foto di una volpe morta, e le sue cavità oculari servivano come vasi per fiori naturali, un esempio perfetto della morte che può addirittura creare bellissime opportunità”.









In modo speciale in questo periodo di pandemia e paura, è confortante sapere che il mondo gira sempre. La vita sarà sempre lì, con o senza la nostra persona. “Tutto il panico che si è creato adesso deriva dall’egoismo dell’uomo. Forse ci ammaleremo e moriremo. Forse ci meritiamo questo, guarda cosa stiamo facendo al pianeta. Non sembra bello se dovessi morire, specialmente adesso che ho un bambino, ma chi se ne frega. Alla fine ho partecipato anche io alla miseria della nostra Madre Terra. Bisogna fare i conti con la realtà. Non gira tutto attorno a noi.





Perchè Dave si è trasferito in Messico?

Una serie di incontri fortuiti hanno fatto innamorare Dave di questo paese e di questa imponente capitale. Nel 2007 stava dipingendo un murales a Hollywood con il suo partner Chase, un altro artista internazionale di graffiti, quando una signora di Puerto Vallarta (Messico) ha ammirato il suo lavoro. “Forse gli dei l’hanno mandata da noi per dipingere un muro anche nella sua città. Ogni cosa è stata organizzata il mese dopo: gli sponsor, l’aereo, l’hotel e il costo”. A Dave sono piaciute le vibes della West Coast messicana, e voleva vedere di più, ma è passato tempo prima che ci rimettesse piede, solo nel 2019. Questa volta dopo l’invito di un fan di Città del Messico che aveva incontrato anni prima in Hoogpoort a Gent. “Da lì in poi, sono tornato ogni anno, per esibizioni o altre cose, prima di trasferirmici definitivamente nel 2015. E’ stato come essere sulle montagne russe. Dopo due mesi la mia ragazza se n’è andata, non le piaceva più, proprio quando dovevamo aprire il ristorante assieme. Il giornale ormai scriveva “Bue sta andando in Messico”. A quel punto, non potevo più tornare in Belgio, sono troppo orgoglioso per queste cose.”









Qual è un momento personale di Yugen per Dave?

“Non mi serve molto. Le piccole cose mi rendono felice. Come andare in spiaggia e guardare il tramonto, mi piace immensamente. Oppure guardare i miei pomodori crescere e poi fare del gazpacho fresco. Penso che sia davvero assurdo come dei così piccoli semi diano origine a così tanta vita. Anche arrivare in cima al tempio Teotihuacan a Città del Messico è di sicuro un momento di Yugen per me.”

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